PREMESSA
La
recentissima sentenza del TAR N.530
/2013 pur aprendo la possibilità di ricorso alle sedi internazionali per la
questione della sovranità italiana sul TLT, afferma comunque inequivocabilmente
e nuovamente:
“la necessità
di applicazione e rigoroso rispetto da parte della Repubblica Italiana dell’
ALLEGATO VIII del Trattato di Pace del 1947 negli articoli dall’ 1 al 20 per il
Porto di Trieste.”
Purtroppo questa applicazione non trova ancora
compiuto riscontro nella realtà sia perché non è stato ancora emanata la Legge
Attuativa del Porto Franco di Trieste sia perché nella pratica quotidiana le
Autorità Italiane ( doganali, fiscali, preposte ai trasporti ecc.) frappongono
continui ostacoli e opinabili interpretazioni che hanno generato e generano
numerosi contenziosi in sede giudiziaria tra cui uno attualmente pendente al
TAR del Lazio sulla illegittimità della sovrattassa discriminatoria imposta al
porto di Trieste dall’ art.4 del DPR 107
/2009.
Pertanto
è necessario mobilitarsi subito, indipendentemente dalla questione della
sovranità statale, per ottenere quelle condizioni che fermino il declino
economico di Trieste e del suo Porto e consentano alla città di sopravvivere
prima e svilupparsi poi nel contesto di gravissima crisi economica, sociale e
politica.
I
punti che di seguito si propongono, dopo
numerosi colloqui con esperti di portualità, hanno lo scopo di fornire un primo
step e di permettere di organizzare la mobilitazione intorno al Porto su
obiettivi immediatamente praticabili e in grado di migliorare la situazione
economica mettendo nel contempo in risalto le macroscopiche inadempienze della
Repubblica Italiana anche alla luce del suo stesso ordinamento interno e dei
suoi obblighi internazionali derivanti dall’ Allegato VIII. Questi punti
possono costituire un elemento aggregante o almeno l’apertura di una
discussione cittadina che eviti fittizie contrapposizioni ideologiche ma
privilegi la concretezza degli argomenti.
Nella
esposizione successiva prima si espongono i punti in modo sintetico nella forma
di una Piattaforma Rivendicativa, poi si aggiungono eventuali commenti.
L’
ultimo punto è una proposta organizzativa a disposizione di soggetti che
vogliano contribuire alla crescita della consapevolezza e della mobilitazione
su questi temi. Alcuni punti hanno anche lo scopo di introdurre e fare da
trampolino di tematiche più vaste come la fiscalità. La gerarchia dei punti è
naturalmente opinabile a seconda del punto di vista.
FINALITA’
Questa piattaforma si pone l’obiettivo di rendere
chiari i termini dei problemi e di agevolare, con la divisione in punti, le
possibili convergenze e azioni comuni anche su singoli argomenti. Con questa
finalità invitiamo cittadini ed esperti a commentare anche su questo blog i
singoli punti proposti, a proporre altri argomenti, a fornire esempi e
segnalazioni pertinenti. I contenuti del blog e della piattaforma sono di uso
libero e comune, ogni organizzazione può farli propri, correggerli ed
utilizzarli e farne l’uso che crede.
1
DOGANA
Si rivendica che i tempi e le modalità
per l’ espletamento delle pratiche doganali siano tali da consentire la
movimentazione delle merci del Porto Franco Internazionale di Trieste in tempi
inferiori od almeno pari a quelli dei concorrenti porti di Capodistria e Fiume
che malgrado siano anch’ essi interni alla UE godono di gran lunga maggior efficienza.
I controlli di sicurezza o sanitari sulle merci e il traffico non possono
essere affidati a personale delle Dogane ma solo ad organismi di pubblica
sicurezza solo a ciò deputati, né può essere utilizzato il pretesto di
controlli di “security” o sanitari per introdurre surrettiziamente controlli
doganali vietati su merci in transito. I controlli necessari devono essere
effettuati rapidamente senza ostacolare eccessivamente la movimentazione delle
merci.
2
FERROVIE E TRASPORTI
Si rivendica che la Repubblica Italiana
provveda immediatamente a ripristinare efficienti e rapidi collegamenti
ferroviari e stradali con il Porto Franco Internazionale di Trieste e TUTTI i
suoi Punti Franchi, compreso il cosiddetto Porto Vecchio. Rimuovendo
immediatamente tutti gli attuali ostacoli operativi, burocratici e tariffari.
3
ABOLIZIONE SOPRATASSA PORTO DI TRIESTE
Abolizione immediata dell’ art. 4 del
DPR 107 del 28/5/2009 con rimborso di quanto fin qui illecitamente percepito
dalla Repubblica Italiana in un fondo da destinare alle opere del Porto Franco
Internazionale di Trieste.
4
UTILIZZO PRODUTTIVO DEI PUNTI FRANCHI
Si richiede che le autorità competenti mettano
a disposizione ( gratuitamente) strutture adeguate in regime di Punto Franco da
destinare ad “incubatore” di start-up, ovvero microimprese di giovani soprattutto nei settori innovativi. Tali
imprese avrebbero difficoltà insormontabili a nascere spontaneamente nel
contesto italiano di crisi/depressione, malgrado quanto previsto dalla legge
221/212 e tanto più a svilupparsi senza lasciare Trieste come purtroppo adesso
avviene.
5
ADEGUAMENTO LEGISLAZIONE ITALIANA ALL’
ALLEGATO VIII
Promulgazione urgente della LEGGE
ATTUATIVA DEL PORTO FRANCO DI TRIESTE e Decreto Attuativo come da art. 6 comma
12 della legge 84/94 sull’ ordinamento dei porti in conformità a quanto
previsto dagli articoli da 1 a 20 dell’ Allegato VIII.
6
SVILUPPO
DELLE POTENZIALITA’ FISCALI DEL PORTO FRANCO DI TRIESTE
L’ art. 1 prevede che il Porto Franco di
Trieste sia in “… condizioni di parità da
tutto il commercio internazionale…”… “… nel modo come è usuale negli altri
porti liberi del mondo…” Ne
discende cha anche la normativa fiscale applicabile dalla Repubblica Italiana
nel suo ambito debba tener conto di quale sia la situazione fiscale
internazionale dei Porti Liberi ed in particolare di quelli più presenti sulle
rotte che possono interessare il porto di Trieste ( Oriente, India, Brasile ecc.)
che va analizzata. Già ora si renderebbero disponibili particolari agevolazioni
IVA e la Direttiva Europea 2066/112/CE artt. 156 e 160 consente alla Repubblica
Italiana di introdurre particolari regimi fiscali. Tali potenzialità fiscali
vanno attuate in conformità a quanto avviene in altri Porti Franchi del mondo.
7
MANUTENZIONE PORTO
Il porto ed in particolare il Punto
Franco Nord detto “Porto Vecchio” è lasciato decadere in modo intollerabile.
Con l’ Allegato VIII in generale e con gli articoli 19, 15, 16 la Repubblica Italiana e i suoi organismi si
è assunta l’ obbligo di mantenerlo in perfetta efficienza e ben collegato dal
punto di vista ferroviario, stradale e
delle comunicazioni. Questo obbligo ha oneri e costi che sono posti in capo
alla Repubblica Italiana ed ai suoi organismi. Né può essere considerata
manutenzione tentare, da decenni fallendo, di trasformare, unitariamente o a
misero “ spezzatino”, un area degradata in improbabile sito turistico,
abitativo, commericale o amministrativo in presenza della attuale crisi.
Pertanto il mantenimento del sito in condizioni quantomeno decenti è un obbligo
che deve essere rispettato.
8
Area del Porto Libero di Trieste
Le aree destinate all’uso esclusivo di
Porto Franco Internazionale sono una risorsa di valore inestimabile che non può
e non deve essere soggetta ad operazioni di riduzione o spostamento (peraltro
di natura speculativa). A tal riguardo si fa nota che l’amministrazione
italiana ha avviato, non solo nel periodo recente, operazioni che hanno
gradualmente portato ad abusi su vaste aree del Porto Libero sia riguardo la
loro destinazione d’uso sia riguardo vera e propria violazione delle cinte
doganali prescritte nel Trattato di Pace e più precisamente nell’Allegato VIII;
si nota infatti che secondo l’art. 3 Comma 1 “L’area del Porto Libero include il territorio ed istallazioni delle
zone franche del porto di Trieste entro i limiti dei confini del 1939.” –
Comma 2 “L’istituzione di zone speciali
nel Porto Libero sotto la giurisdizione esclusiva di uno Stato qualunque è
incompatibile con lo status del Territorio Libero e del Porto Libero.”
9
ORGANISMO DI VIGILANZA ATTUAZIONE ALLEGATO VIII
si propone in tempi e modi da concordare
con gli interessati l’istituzione di un
COMITATO DI VIGILANZA PERMANENTE PER L’
ATTUAZIONE DELL’ ALLEGATO VIII
aperto alla partecipazione di TUTTI gli
operatori e lavoratori portuali, forze sociali e sindacati, cittadini,
studiosi, tecnici ed esperti di ogni orientamento con il compito di:
1)
Ricevere e divulgare immediatamente le segnalazioni di
abusi e mancato rispetto di quanto già attualmente previsto in applicazione
dell’ Allegato VIII ( lungaggini, sbarramento burocratico e abusi doganali e in
relazione alla security, disservizi e inefficienze ferroviarie, sequestri e
interventi abusivi in punto franco da parte di autorità doganali italiane,
ecc);
2)
Fornire una immediata prima assistenza tecnica e
legale;
3)
Promuovere immediate iniziative di informazione presso
l’ opinione pubblica riguardo ciò che accade in porto;
4)
Promuovere immediate azioni di tipo sindacale e/o di
mobilitazione qualora i fatti segnalati lo richiedano;
Tenere alta l’ attenzione dei Cittadini di Trieste
sulla reale applicazione di quanto previsto dall’ Allegato VIII e “sotto
pressione” le autorità per impedire che abusi o disservizi continuino a passare
sotto silenzio.