sabato 23 novembre 2013

PREMESSA

La recentissima sentenza del TAR  N.530 /2013 pur aprendo la possibilità di ricorso alle sedi internazionali per la questione della sovranità italiana sul TLT, afferma comunque inequivocabilmente e nuovamente:

          “la necessità di applicazione e rigoroso rispetto da parte della Repubblica Italiana dell’ ALLEGATO VIII del Trattato di Pace del 1947 negli articoli dall’ 1 al 20 per il Porto di Trieste.”

          Purtroppo questa applicazione non trova ancora compiuto riscontro nella realtà sia perché non è stato ancora emanata la Legge Attuativa del Porto Franco di Trieste sia perché nella pratica quotidiana le Autorità Italiane ( doganali, fiscali, preposte ai trasporti ecc.) frappongono continui ostacoli e opinabili interpretazioni che hanno generato e generano numerosi contenziosi in sede giudiziaria tra cui uno attualmente pendente al TAR del Lazio sulla illegittimità della sovrattassa discriminatoria imposta al porto di Trieste dall’ art.4 del DPR  107 /2009.
Pertanto è necessario mobilitarsi subito, indipendentemente dalla questione della sovranità statale, per ottenere quelle condizioni che fermino il declino economico di Trieste e del suo Porto e consentano alla città di sopravvivere prima e svilupparsi poi nel contesto di gravissima crisi economica, sociale e politica.
I punti  che di seguito si propongono, dopo numerosi colloqui con esperti di portualità, hanno lo scopo di fornire un primo step e di permettere di organizzare la mobilitazione intorno al Porto su obiettivi immediatamente praticabili e in grado di migliorare la situazione economica mettendo nel contempo in risalto le macroscopiche inadempienze della Repubblica Italiana anche alla luce del suo stesso ordinamento interno e dei suoi obblighi internazionali derivanti dall’ Allegato VIII. Questi punti possono costituire un elemento aggregante o almeno l’apertura di una discussione cittadina che eviti fittizie contrapposizioni ideologiche ma privilegi la concretezza degli argomenti.
Nella esposizione successiva prima si espongono i punti in modo sintetico nella forma di una Piattaforma Rivendicativa, poi si aggiungono eventuali commenti.
L’ ultimo punto è una proposta organizzativa a disposizione di soggetti che vogliano contribuire alla crescita della consapevolezza e della mobilitazione su questi temi. Alcuni punti hanno anche lo scopo di introdurre e fare da trampolino di tematiche più vaste come la fiscalità. La gerarchia dei punti è naturalmente opinabile a seconda del punto di vista.


FINALITA’
Questa piattaforma si pone l’obiettivo di rendere chiari i termini dei problemi e di agevolare, con la divisione in punti, le possibili convergenze e azioni comuni anche su singoli argomenti. Con questa finalità invitiamo cittadini ed esperti a commentare anche su questo blog i singoli punti proposti, a proporre altri argomenti, a fornire esempi e segnalazioni pertinenti. I contenuti del blog e della piattaforma sono di uso libero e comune, ogni organizzazione può farli propri, correggerli ed utilizzarli e farne l’uso che crede.






1
DOGANA

Si rivendica che i tempi e le modalità per l’ espletamento delle pratiche doganali siano tali da consentire la movimentazione delle merci del Porto Franco Internazionale di Trieste in tempi inferiori od almeno pari a quelli dei concorrenti porti di Capodistria e Fiume che malgrado siano anch’ essi interni alla UE godono di gran lunga maggior efficienza. I controlli di sicurezza o sanitari sulle merci e il traffico non possono essere affidati a personale delle Dogane ma solo ad organismi di pubblica sicurezza solo a ciò deputati, né può essere utilizzato il pretesto di controlli di “security” o sanitari per introdurre surrettiziamente controlli doganali vietati su merci in transito. I controlli necessari devono essere effettuati rapidamente senza ostacolare eccessivamente la movimentazione delle merci.




2
FERROVIE E TRASPORTI

Si rivendica che la Repubblica Italiana provveda immediatamente a ripristinare efficienti e rapidi collegamenti ferroviari e stradali con il Porto Franco Internazionale di Trieste e TUTTI i suoi Punti Franchi, compreso il cosiddetto Porto Vecchio. Rimuovendo immediatamente tutti gli attuali ostacoli operativi, burocratici e tariffari.




3
ABOLIZIONE SOPRATASSA PORTO DI TRIESTE

Abolizione immediata dell’ art. 4 del DPR 107 del 28/5/2009 con rimborso di quanto fin qui illecitamente percepito dalla Repubblica Italiana in un fondo da destinare alle opere del Porto Franco Internazionale di Trieste.



4
UTILIZZO PRODUTTIVO DEI PUNTI FRANCHI

Si richiede che le autorità competenti mettano a disposizione ( gratuitamente) strutture adeguate in regime di Punto Franco da destinare ad “incubatore” di start-up, ovvero microimprese di giovani  soprattutto nei settori innovativi. Tali imprese avrebbero difficoltà insormontabili a nascere spontaneamente nel contesto italiano di crisi/depressione, malgrado quanto previsto dalla legge 221/212 e  tanto più a  svilupparsi senza  lasciare Trieste come purtroppo adesso avviene.


5
ADEGUAMENTO LEGISLAZIONE ITALIANA ALL’ ALLEGATO VIII

Promulgazione urgente della LEGGE ATTUATIVA DEL PORTO FRANCO DI TRIESTE e Decreto Attuativo come da art. 6 comma 12 della legge 84/94 sull’ ordinamento dei porti in conformità a quanto previsto dagli articoli da 1 a 20 dell’ Allegato VIII.


6
SVILUPPO DELLE POTENZIALITA’ FISCALI DEL PORTO FRANCO DI TRIESTE

L’ art. 1 prevede che il Porto Franco di Trieste sia in “… condizioni di parità da tutto il commercio internazionale…”… “… nel modo come è usuale negli altri porti liberi del mondo…”   Ne discende cha anche la normativa fiscale applicabile dalla Repubblica Italiana nel suo ambito debba tener conto di quale sia la situazione fiscale internazionale dei Porti Liberi ed in particolare di quelli più presenti sulle rotte che possono interessare il porto di Trieste ( Oriente, India, Brasile ecc.) che va analizzata. Già ora si renderebbero disponibili particolari agevolazioni IVA e la Direttiva Europea 2066/112/CE artt. 156 e 160 consente alla Repubblica Italiana di introdurre particolari regimi fiscali. Tali potenzialità fiscali vanno attuate in conformità a quanto avviene in altri Porti Franchi del mondo.


7
MANUTENZIONE PORTO

Il porto ed in particolare il Punto Franco Nord detto “Porto Vecchio” è lasciato decadere in modo intollerabile. Con l’ Allegato VIII in generale e con gli articoli 19, 15, 16  la Repubblica Italiana e i suoi organismi si è assunta l’ obbligo di mantenerlo in perfetta efficienza e ben collegato dal punto  di vista ferroviario, stradale e delle comunicazioni. Questo obbligo ha oneri e costi che sono posti in capo alla Repubblica Italiana ed ai suoi organismi. Né può essere considerata manutenzione tentare, da decenni fallendo, di trasformare, unitariamente o a misero “ spezzatino”, un area degradata in improbabile sito turistico, abitativo, commericale o amministrativo in presenza della attuale crisi. Pertanto il mantenimento del sito in condizioni quantomeno decenti è un obbligo che deve essere rispettato.


8
Area del Porto Libero di Trieste

Le aree destinate all’uso esclusivo di Porto Franco Internazionale sono una risorsa di valore inestimabile che non può e non deve essere soggetta ad operazioni di riduzione o spostamento (peraltro di natura speculativa). A tal riguardo si fa nota che l’amministrazione italiana ha avviato, non solo nel periodo recente, operazioni che hanno gradualmente portato ad abusi su vaste aree del Porto Libero sia riguardo la loro destinazione d’uso sia riguardo vera e propria violazione delle cinte doganali prescritte nel Trattato di Pace e più precisamente nell’Allegato VIII; si nota infatti che secondo l’art. 3 Comma 1 “L’area del Porto Libero include il territorio ed istallazioni delle zone franche del porto di Trieste entro i limiti dei confini del 1939.” – Comma 2 “L’istituzione di zone speciali nel Porto Libero sotto la giurisdizione esclusiva di uno Stato qualunque è incompatibile con lo status del Territorio Libero e del Porto Libero.


9
ORGANISMO DI VIGILANZA  ATTUAZIONE ALLEGATO VIII

si propone in tempi e modi da concordare con gli interessati l’istituzione di un
COMITATO DI VIGILANZA PERMANENTE PER L’ ATTUAZIONE DELL’ ALLEGATO VIII
aperto alla partecipazione di TUTTI gli operatori e lavoratori portuali, forze sociali e sindacati, cittadini, studiosi, tecnici ed esperti di ogni orientamento con il compito di:
1)    Ricevere e divulgare immediatamente le segnalazioni di abusi e mancato rispetto di quanto già attualmente previsto in applicazione dell’ Allegato VIII ( lungaggini, sbarramento burocratico e abusi doganali e in relazione alla security, disservizi e inefficienze ferroviarie, sequestri e interventi abusivi in punto franco da parte di autorità doganali italiane, ecc);
2)    Fornire una immediata prima assistenza tecnica e legale;
3)    Promuovere immediate iniziative di informazione presso l’ opinione pubblica riguardo ciò che accade in porto;
4)    Promuovere immediate azioni di tipo sindacale e/o di mobilitazione qualora i fatti segnalati lo richiedano;
Tenere alta l’ attenzione dei Cittadini di Trieste sulla reale applicazione di quanto previsto dall’ Allegato VIII e “sotto pressione” le autorità per impedire che abusi o disservizi continuino a passare sotto silenzio.